01 Apr Parla, ricordo
libro del mese di aprile 2021
Autobiografia (rivisitata) di Vladimir nabokov
Adelphi, 2020 (disponibile anche l'edizione 2010) – 363 pagine
Tempo di lettura: 13 ore
Una delle cose che mi interessano di più nei libri che leggo è il modo in cui lo scrittore esplora la memoria e il tempo, il modo in cui i dettagli producono il ricordo, le falsificazioni involontarie, la percezione individuale.
Ma l'autobiografia di Nabokov, per quanto parziale, quasi solo limitata alla fanciullezza nella favolosa Russia prerivoluzionaria, è uno straordinario esperimento sulla sua capacità di ricordare, di ricreare personaggi scomparsi e sensazioni intense della primissima infanzia, di ridare vita a luoghi, oggetti e persone, con il suo meraviglioso attaccamento al dettaglio e alla descrizione profonda e rapita, così ricca di colori vividi, suono e lirismo.
Vladimir Nabokov è un autore poco conosciuto, l'unico suo libro, che abbia raggiunto un vasto pubblico, è Lolita. Con “Parla, ricordo” mi ha conquistato, affascinato, divertito ed ha suscitato in me il desiderio di approfondire la sua conoscenza.
“Richiamare alla mente con immediatezza frammenti del passato è un'azione che mi sembra di aver continuato a compiere con il massimo piacere durante tutta la mia vita ed ho motivo di ritenere che questo affinamento quasi patologico della facoltà retrospettiva sia un tratto ereditario”
consigliato da Amalia
Abstract: Con la particolare nitidezza di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella Russia leggendaria precedente alla Rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il ricordo fino all'apparizione dello splendido fumaiolo della nave che lo avrebbe condotto in America nel 1940. Il dettaglio è sempre benvenuto: questa regola aurea dell'arte di Nabokov forse mai fu applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in Parla, ricordo. Qui l'ebbrezza dei dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico, per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio, fissandoli in parole che si offrono come miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti. Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore itinerante, Nabokov riarrotola il suo tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti diverse del disegno. E aggiunge: E che i visitatori inciampino pure. Cosa che ogni lettore farà…
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